Korzybski ha envidenziato questa caratteristica fondamentale dei linguaggi umani
Delle parole come "vero", "falso", "si", "no", "causa", "effetto",
"relazione", "ordine", "struttura", "esistenza", etc. possono
esser usate in una proposizione, però anche in una propozione a proposito della
prima, etc. e quindi possono essere usate a tutti i livelli di astrazione. Ad
ogni livello ciascuna di queste parole può avere significati diversi, il significato
particolare deve esser determinato dal contesto, permettendo di precisare il
livello di astrazione.
Prendiamo l'esempio seguente, usando la parola 'esistenza' :
- Suppongo l'esistenza fuori di me di un insieme di atomi, molecule, etc.
- Quest'insieme, interagendo col mio organismo, dà esistenza a qualcosa che
vedo, tocco, sento, etc.
- Questo qualcosa, a sua volta, dà esistenza alla parola "sedia" (questa
sedia che vedo) che scrivo, dico, etc.
- Questa parola in altri casi dà esistenza alla frase "la sedia, superficie a
quattro piedi".
Come si può vedere da quest'esempio semplice, la parola "esistenza" non ha
affato lo stesso senso secondo il livello al quale viene usata, e non risulta
possibile darle un senso fuori di questo livello. Questo significa chè il nostro
vocabolario teoricamente limitato diviene di fatto quasi illimitato.
La multiordinalità dei termini principali delle nostre lingue è legata
all'auto-reflessività.
In semantica generale "multiordinale" si abbrevia m.o.
© ESGS, 2002.