Limiti del sistema aristotelico
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Aristotele - 384-322 P.C.
Aristotele fu un filosofa greco molto importante. Le sue opere ebbero
un' influenza maggiore sul pensare occidentale. Insegnava la moderazione nel
comportamento e l'uso della logica come arnese d'indagine.
(Testo estratto da una enciclopedia 'ordinare')
"La lingua di cui Aristotele aveva ereditato era antiquo e risaliva ad un
epoca in cui le conoscenze erano ancora più scarse. Essendo un osservatore
accorto, ed avendo un dono per le scienze e il metodo, ha accetato de facto
questa lingua e sistematizzato i modi di parlare. Questa formalizzazione
si chiama 'logica'." A. Korzybski, Science and Sanity p. 371
Ecco le premesse del sistema aristotelico:
- Tutto ciò che è, è. (Identità)
- Niente può contemporeneamente essere e non essere.
(contradizione)
- Tutto deve, oppure essere oppure non essere. (Terzo escluso)
È ovvio l'influenza della struttura linguistica legata all'uso del verbo
'essere' nella formulazione di queste premesse !
Da queste 'leggi del pensiero' seguono:
- la confusione generalizzata delle parole con le cose che rappresentano
(come in "Questo è una sedia"), che chiameremo identificazione, o
'confusione dei livelli d'astrazione'.
- il postulo dell'universalità della forma verbale soggieto-predicato
(come "la mattita è rossa"). Questo postulato assicura la possibilità di
redurre tutte le formulazioni complesse in un insieme di frasi strutturate
secondo questa forma unica, esprimando le "proprietà" (predicati) di un
oggetto (soggieto). Vedremo che questo postolato generalmente è falso perchè questa
forma verbale non può rendere conto di relazioni assimetriche (prima, dopo,
più, meno, etc.). Chiameremo questo proiezione e mostreremo che
include un caso particolare di identificazione :
- la possibilità di dividere verbalmente ciò che non possiamo dividere
empiricamente ('corpo'/'spirito', 'spazio'/'tempo'/'materia', etc.).
Parleremo di elementalismo.
© ESGS, 2002.